BASILICATA: LA CHIESA S’È DESTA E SFIDA LA DESTRA
- Posted by wordmaster
- On 22 Agosto 0223
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La Chiesa c’è. A sorpresa, l’associazionismo cattolico fa quadrato e scende in campo per le elezioni del prossimo anno. Lo fa in grande stile: nomi importanti, un appello, un documento, un candidato o forse due. Gli uomini del Signore provano a dare sostanza ad una politica lucana che è allo stato gassoso. A destra, nonostante il pallino del governo in mano, è un costante tutti contro tutti. Troppi gli anni di opposizione. Ci sono più terga a pretendere che poltrone a disposizione. Mentre, le teste che pensano e operano, scarseggiano.
Il Pd, procede guardando nello specchietto retrovisore. La sintesi è di Gramsci: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.” I 5stelle, invece, aspettano per porsi come la mosca di La Fontaine che, alla fine di una lunga salita, si prende il merito di aver spinto il carro perché ha punzecchiato il mulo sul collo. E per il Centro ci viene in aiuto Metastasio: “che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa”.
In questo scenario la posizione delle associazioni cattoliche rappresenta una tanto inattesa quanto temuta grandissima novità. Vogliono essere l’alternativa a questo governo regionale ma anche a certe dinamiche dei governi precedenti. Così, in questa calda estate lucana, il passaggio di figure di primo piano della Chiesa di Roma non sembra casuale. L’appello lanciato ai lucani ha il suo fascino e spinge alla partecipazione di mondi nuovi. Il documento proposto, pur non essendo un vero e proprio programma, è uno sforzo che in Basilicata non si è mai fatto. Poi, i possibili candidati alla presidenza: Angelo Chiorazzo, affermato imprenditore e uomo di relazioni importanti ma anche Lorenzo Bochicchio, giovane ma già solido dirigente della nostra PA. Insomma, gli ingredienti per sparigliare ci sono tutti. E adesso? La compagine di governo non può sottovalutare la situazione. Serve stringersi a “coorte” intorno ad un candidato unitario. Non basterà sventolare il bonus gas e nemmeno l’essere omologhi al governo nazionale. Per l’opposizione, invece, la strada sembra obbligata: fatto il segno della croce, si dovrà accodare in buon ordine al mondo cattolico pur di tentare, da subito, di ritornare a governare la regione con uno schema inedito. D’altronde, da sempre la politica lucana è un laboratorio politico. Lo è stata con il primo governo di centrosinistra per Raffaele Di Nardo Presidente nel 1995, ma ha anche registrato prima di tutti la salita delle destre con Dario De Luca sindaco di Potenza nel 2014. Il ritorno attivo del mondo cattolico alla politica, se riuscisse, potrebbe rappresentare un ennesimo esperimento da elevare a paradigma nazionale. In fondo, siamo o non siamo nel papato più politico di sempre?
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