• HOME
  • CHI SONO
  • BLOG
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • HOME
  • CHI SONO
  • BLOG
  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram

Renegade e 500X vendono, l’automotive va e la logistica assume

  • Posted by Giuseppe Tralli
  • On 19 Novembre 2014
  • 0 Comments
  • 500X, FCA, Fiat, Marchionne, Melfi, Renegade, Sata

Un tempo Gianni Agnelli diceva: “Quello che va bene alla FIAT va bene all’Italia” ma oggi, invece, va bene innanzitutto alla Basilicata. E quindi ci sono buone nuove se la Jeep Renegade e la Fiat 500X piacciono e il mercato le sta premiando e se  nel settore logistico legato alle produzioni di Sata si assume. Però non è tutto rose e fiori, lo diciamo da tempo: manca ancora una strategia regionale di sostegno alla sfida lanciata da FCA al mondo che parte proprio dalla Basilicata.

Ma andiamo con ordine.

Ad ottobre, in Italia, ad un solo mese dal lancio, le immatricolazioni della Renegade sono state quasi 2.000, questo fa fare al marchio Jeep un balzo in avanti di +136,8% in un mercato in ripresa (+4,2% nei primi dieci mesi del 2014, +9,% solo ad ottobre). Secondo alcune indiscrezioni anche la produzione di ottobre  (quello che sarà l’immatricolato di novembre) del piccolo SUV Jeep fa segnare, con oltre 7.000 unità, quasi un +10% rispetto al programmato. Piace molto anche la 500X che a pochi giorni dal lancio pare abbia fatto registrare una produzione, sempre ad ottobre, di un ottimo +40% rispetto al previsto.

E le buone notizie non finiscono qui. Segnali positivi arrivano anche sul fronte occupazionale: come previsto (lo stesso è avvenuto a Pomigliano all’avvio della produzione sulla nuova linea della Panda) a Melfi si registra un incremento sensibile dell’occupazione tra le aziende che lavorano nella logistica. Questo perché la nuova produzione, organizzata secondo il sistema World Class Manufacturing – applicato solo parzialmente sulla Punto – implica un maggiore ricorso ad attività di controllo e sequenziamento dei componenti. Mansioni che FCA a terziarizzato a favore di aziende specializzate nella movimentazione. Si spiega così parte dell’incremento del +9% dell’occupazione nell’Industria in Basilicata registrato, nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013, da Istat e riportato dal Rapporto di Banca d’Italia (presentato ieri).

La parte dolente è invece nei livelli occupazionali di Sata e indotto che –  nonostante gli ottimi risultati di vendita dei nuovi modelli però non assistiti dai numeri in costante calo della Punto – saranno massimi solo in primavera quando, con ogni probabilità, si dovrà ricorrere ad una organizzazione del lavoro sui mai amati 18/21 turni settimanali, se non anche qualcosa in più. 

Nel frattempo poco o niente si sta facendo per sostenere questa fase che è cruciale per il più importante comparto industriale lucano. Le occasioni e le possibilità per recuperare non mancano e non mancheranno anche nei prossimi mesi mentre, l’eco del monito di Sergio Marchionne , rimbomba ancora, forte e chiara, nel silenzio di una Basilicata che è ormai presa solo dalle vicende legate alle estrazioni.

 

0 Commenti

Leave Reply Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli recenti
  • 𝗘𝗡𝗜: 𝟮,𝟰 𝗠𝗜𝗟𝗜𝗔𝗥𝗗𝗜 𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗕𝗔𝗦𝗜𝗟𝗜𝗖𝗔𝗧𝗔. 𝗜𝗟 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗢 𝗗𝗜 𝗨𝗡’𝗢𝗖𝗖𝗔𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗣𝗘𝗥𝗦𝗔?
  • 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗡𝗭𝗔: 𝗔𝗟𝗧𝗥𝗜 𝗠𝗜𝗟𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗗𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗥𝗘𝗚𝗜𝗢𝗡𝗘. 𝗠𝗔 𝗙𝗜𝗡𝗢 𝗔 𝗤𝗨𝗔𝗡𝗗𝗢?
  • 𝗜𝗦𝗧𝗔𝗧: 𝗠𝗔𝗧𝗘𝗥𝗔 𝗦𝗨𝗣𝗘𝗥𝗔 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗠𝗘𝗡𝗧𝗥𝗘 𝗟𝗔 𝗕𝗔𝗦𝗜𝗟𝗜𝗖𝗔𝗧𝗔 𝗦𝗣𝗔𝗥𝗜𝗦𝗖𝗘
  • 𝗘𝗟𝗘𝗭𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗠𝗔𝗧𝗘𝗥𝗔: 𝗜𝗟 𝗗𝗨𝗘𝗟𝗟𝗢 𝗘 𝗟’𝗔𝗦𝗧𝗜𝗖𝗘𝗟𝗟𝗔
  • 𝗖𝗢𝗠𝗨𝗡𝗔𝗟𝗜 𝗠𝗔𝗧𝗘𝗥𝗔: 𝗜𝗗𝗘𝗘 𝗦𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗧𝗘𝗦𝗧𝗔, 𝗠𝗔 𝗖𝗢𝗡 𝗧𝗔𝗡𝗧𝗔 𝗧𝗔𝗦𝗧𝗜𝗘𝗥𝗔…
  • LA PAURA DEL LEADER
  • LA BASILICATA DEL “COMUNICATTORE”
  • Il leone molesto, le tigri docili e i gattini impauriti. 
  • Piccianello e l’Olimpia Basket Matera
  • L’estate che aspetta Matera
  • In Basilicata come “Tafazzi” per l’ospedale da campo
  • Il lamento e la sanità lucana
  • Come il COVID-19 colpirà le imprese lucane
  • La Basilicata degli stonati TOTAL
  • Contro la Basilicata dei campanili
Commenti recenti

    Marchionne batte un colpo, la Basilicata risponderà?

    Previous thumb

    Il futuro in casa e il "cultural divide" del PD lucano

    Next thumb
    Scroll

    www.giuseppetralli.it